Il Consiglio di Zona 6 presenta:
7 MINUTI, consiglio di fabbrica
di Stefano Massini
Regia Susy Longoni
Con Alessia Bonizzoni, Anna Borda, Emilia Scatigno, Lucia Borrello, Luisa Tresoldi, Marta Prado, Peppa Silicati, Sara Anastasio, Susy Longoni e…gli incravattati
si ringraziano
Marta Cabrini, costumi, Giulia Piva, scenografia, Lorenzo Ravelli, musiche, Elena Buscemi, grafica
Lo spettacolo, liberamente tratto dal testo di Stefano Massini, è ambientato in Francia, dove è avvenuto il fatto di cronaca da cui si prende spunto. Una multinazionale fagocita una piccola e media impresa tessile.
Una proposta riservata al Consiglio di fabbrica, composto da nove addette tra operaie ed impiegate, viene calata “dall’alto” con l’implicita pretesa di essere subito accettata, senza discussioni.
Sembra in effetti che non si preparino licenziamenti o riduzioni di stipendio, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. C’è una piccola richiesta però nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica, a prima vista condivisibile e di minima importanza, soprattutto se messa in rapporto agli scampati pericoli di chiusura e licenziamento. Le nove donne dovranno decidere se accettare o meno la riduzione di sette minuti della loro pausa. Sette minuti sembrano pochi e la portavoce del Consiglio di fabbrica all’inizio è la sola ad avere dei dubbi. Ma a poco a poco il dibattito si accende e ognuna delle donne dovrà ripercorrere pubblicamente la propria vita prima di arrivare al voto. Le lavoratrici capiranno che soli 7 minuti possono concretamente rappresentare motivo di contrattazione?
Stefano Massini riesce a far emergere la complessità della società europea di oggi: le protagoniste sono diverse per età, provenienza, esperienze di vita e presto la proposta non sarà più il terreno di scontro, in favore di paure e ossessioni personali, che prenderanno il sopravvento.
E i “padroni”? Soggetti senza scrupoli in grado di approfittare di una “guerra fra poveri”, anzi povere, votata al fallimento? Le lavoratrici restano all’oscuro delle loro reali intenzioni e obiettivi, la portavoce del Consiglio di fabbrica fa del suo meglio per cercare di interpretarli. I dirigenti restano una massa informe e misteriosa, proiezione dell’immaginario delle operaie, che fanno i conti con uno sforzo di presa di coscienza.
ingresso gratuito